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sabato 21 maggio 2016

Radio Corsa - Il Punto sul Giro (07)

#tuttoilcalcioblog
di Stefano Stradotto

Amador in rosa, Vincenzo Nibali vincitore morale di giornata; potremmo sintetizzare così quanto avvenuto nella tredicesima tappa arrivata a Cividale del Friuli, nella frazione che segna l'inizio della fase decisiva di questa edizione.
Nella prima tappa di un trittico che proseguirà con il tappone dolomitico del sabato e la cronoscalata di domenica, sono arrivate prime risposte, seppur inevitabilmente parziali.

Dopo averci provato già in un paio di circostanza, la Movistar di Valverde riesce a mandare in rosa il costaricense Andrey Amador (primo corridore del suo Paese nella storia del Giro). Il momento decisivo sull'ultima delle quattro salite di giornata, non durissima a livello di pendenze ma posta al termine di un percorso sfiancante, per via delle salite ma anche e soprattutto a causa delle tecniche e pericolose discese. E' proprio sull'ultima asperità, infatti, che la maglia rosa Bob Jungels cede al forcing imposto sin dalla salita precedente da un grande Michele Scarponi; il lussemburghese era atteso da tutti alla prova delle tappe di vera montagna ed ha probabilmente reagito come tutti si aspettavano, cioè patendo le lunghe salite in serie. Non appena Jungels perde le ruote del gruppetto, termina il lavoro dell'Astana, accelera una prima volta Chaves (vera mina vagante in salita per i prossimi giorni) poi c'è lo scatto deciso di Vincenzo Nibali che mette fuori causa definitivamente Jungels e stacca momentaneamente Amador. Per la prima volta in salita in questo Giro abbiamo visto il Nibali che conosciamo e che i tifosi italiani aspettavano, il mix vincente composto da una condizione in crescita e dalle tappe a lui più congeniali sta d'altronde iniziando a dare i suoi frutti e Vincenzo è nuovamente in testa ad un'ideale griglia per la vittoria finale, pur essendo i distacchi ancora molto livellati.
Dopo un altro paio di accelerazioni in salita e una discesa condotta come sempre da padrone, il vero capolavoro del giorno Nibali lo compie però nella volata per il terzo posto che vale anche 4" di abbuono. Chiunque scommetterebbe infatti su un successo facile di Valverde, nettamente più veloce di tutti gli avversari che compongono il gruppetto, invece Vincenzo soprende tutti, lo spagnolo per primo, lo passa a 10 metri dal traguardo e con i secondi di abbuono lo scavalca in classifica generale di 2". Nulla, ovvio, ma moralmente l'episodio può contare più di quanto non si pensi.

Cosa dire della prova di Valverde nella tappa odierna? Praticamente sempre a ruota, non è parso mai in reale difficoltà di fronte ai tentativi di Nibali e Chaves, anche se non è da lui farsi sorprendere su un arrivo come quello di Cividale. E il suo commento a fine tappa ("non sapevo che della fuga fossero arrivati davanti solo in due e che quindi ci fossero in palio secondi di abbuono") ha il netto sapore della scusa e può essere magari la spia di una lieve tensione, d'altronde anche comprensibile alla vigilia di una tappa come quella di Corvara ideale per Nibali e che Valverde non ha mai corso, essendo al primo Giro. Intanto si presenterà comunque alla partenza con la maglia rosa in squadra e costringendo gli avversari a scoprirsi per primi.

Chi non si è mai scoperto, ma non è neanche mai stato staccato fino ad oggi, è Steven Kruijswijk che in silenzio e senza venire considerato quasi da nessuno è sempre lì, appaiato in classifica proprio allo spagnolo.. Dovranno invece necessariamente inventarsi qualcosa per recuperare terreno corridori come Uran, Zakarin, Majka e Chaves; sono a nostro avviso in particolar modo gli ultimi due ad avere in questo Giro la gamba per poterlo fare e, perchè no, la possibilità, con un po' di coraggio, di ribaltare addirittura le sorti di questa edizione.

Una tappa che può servire anche come elogio del gregario, o se preferite di chi non è capitano designato della propria squadra, visto che l'accezione della parola gregario nel ciclismo moderno rischia di essere riduttiva..
-Amador, che si è via via ritagliato il ruolo di seconda punta della Movistar, corona il suo Giro fin qui brillante con la maglia rosa, conquistata oggi soprattutto nell'ultima discesa che lo vede spericolato protagonista dopo le difficoltà patite negli ultimi km di salita, una discesa a tutta che gli permette di rientrare in gruppo e prendersi il primato;
-Visconti, partito anch'egli come scudiero di Valverde ma che non rinuncia ad entusiasmare con le sue ormai proverbiali fughe tutta grinta come quella di Cividale, laddove va a sfidare Cunego per la maglia dei GPM e sfiora la vittoria di tappa, battuto solo da Nieve.. il tutto dopo una caduta sfortunata al momento dello sprint sul primo GPM che lo ha fatto arrivare al traguardo a dir poco acciaccato e dolorante;
-Infine Michele Scarponi che, a proposito di cadute, pur reduce da quella di due giorni fa costata una frattura e il ritiro all'altro uomo Astana Agnoli, diventa l'ago della bilancia in salita imponendo un ritmo sostenuto sulla penultima ascesa (la più dura) ed anche all'inizio dell'ultima, mietendo vittime illustri come l'ex maglia rosa e lo stesso Amador. Se Nibali ha poi avuto modo di testare i rivali dando indicazioni importanti a loro e al pubblico, lo deve anche all'anziano ma sempre prezioso scalatore marchigiano.

Ed ora, dietro l'angolo, sei nomi che non hanno bisogno di ulteriori commenti: Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau, Valparola... La storia del ciclismo è stata scritta sui loro tornanti, la micro-storia di questa edizione del Giro d'Italia potrebbe avere la stessa sorte...





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