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martedì 25 novembre 2014
21:04

La Radio-Pagella 2014-2015 Puntata 15

#tuttoilcalcioblog
di Francesco Furlan

Vincitore di giornata: Antonello Brughini. Premetto che mi è risultato particolarmente complicato stilare le pagelle di questa settimana, dato che si è trattato di un week-end eccezionalmente positivo per la stragrande maggioranza dei nostri eroi. In particolare, penso che la puntata di sabato pomeriggio sia già candidata a puntata dell’anno. Ed all’interno di una trasmissione esaltante, va sicuramente segnalata la straordinaria prestazione di Brughini per il derby Umbro. Evidentemente l’attesa, dopo tanti anni in cui mancava, era davvero palpabile e l’ottimo Antonello ce l’ha restituita tutta già in fase di presentazione. Splendida poi la radiocronaca e da ricordare tutte le interruzioni sui gol, aiutate anche da effetti davvero memorabili (e chissà se i decibel, davvero fuori ordinanza per Brughini, sui gol del Perugia erano dovuti solo al frastuono che si percepiva dal Curi…). Molto buona la prestazione del nostro anche nella partita domenicale del Tardini, dove ha raccontato da par suo la facile vittoria dell’Empoli e, soprattutto, la crisi del Parma con toni ovviamente preoccupati, ma senza sconfinare nel drammatico. Una due giorni davvero da ricordare.

Top
Massimo Barchiesi: una partita con quattro calci di rigore, due espulsioni ed una squadra in doppia inferiorità numerica che rimonta negli ultimi cinque minuti. Probabilmente, anche il più compassato dei radiocronisti si sarebbe esaltato a raccontare una partita del genere: ovvio che Barchiesi ci abbia restituito tutte le emozioni, continuamente cangianti, che arrivavano da Mompiano, descrivendo molto bene anche tutte le polemiche scaturite inseguito alle decisioni arbitrali. Un solo piccolo appunto (e da Brescia non è la prima volta): chissà dov’è la cabina allo stadio Rigamonti, dato che, alla radio, sembra sempre che stiano seguendo la partita in uno stadio deserto (l’esatto opposto di quanto accaduto al Curi). Eccellente anche la sua prestazione durante Tutto lo sport minuto per minuto, quando segue con la solita passione (ma con altrettanta precisione e “lettura” della partita) il match fra Venezia e Pistoia.

Massimo Zennaro: anche lui sabato era impegnato in un derby, seppure di bassa classifica. Ed anche lui non ha tradito, sfruttando al meglio il non tantissimo spazio concessogli in trasmissione. Meglio ancora nell’emozionante partita del Bentegodi alla domenica, quando prende anche il primo gol viola in diretta (temporeggia giustamente per essere sicuro di non sbagliarsi sul nome del marcatore) ed, in generale, si segnala sempre per uno standard assai elevato. Anche lui è oramai definitivamente decollato.

Tarcisio Mazzeo: e per il buon Tarcisio è arrivata addirittura la tripletta. Parte bene già nella gara del Picco, dove racconta sotto il diluvio l’emozionante pareggio fra Spezia e Bologna. Si sofferma (giustamente) sulla perla di Cacia ed interviene da par suo per l’ultimo gol della giornata, con il boato del pubblico spezzino. Eccellente l’integrale domenicale dall’Olimpico di Torino, dove (aiutato da un ottimo Marino, oramai seconda voce di sicura affidabilità) dimostra di essere del tutto a suo agio anche in solitaria. Non c’è praticamente quasi più traccia di quegli impappinamenti o di quelle fastidiose lungaggini che talvolta emergevano in passato. Addirittura profetico sul gol del Sassuolo, visto che lo aveva praticamente “chiamato” pochi secondi prima. Di routine (quindi ottima) la sua prestazione come seconda voce in Genoa-Palermo, dove sostiene alla grande un eccellente Dotto, specie nell’infuocato primo tempo. Calano entrambi leggermente nella seconda frazione, ma si tratta comunque di un’ottima serata.

Flop
Francesco Repice: se oramai sui gol ci siamo quasi dimenticati del suo “rrrete” (ma alle urla belluine non riusciamo ad abituarci: chissà cosa sarebbe successo se il derby Milanese fosse toccato a lui…), adesso va prendendo piede anche il fastidiosissimo vezzo di chiamare i giocatori per soprannome anche durante la cronaca (cosa che fa molto Milan/Juve/Inter Channel) o quella di usare il tono di voce ammirativo (come per dire “guarda che spettacolo”) in caso di grandi giocate (che nel caso del Pallone d’oro morale spesso sono in realtà passaggi orizzontali di tre metri…) o presunte tali dei ventidue in campo. Ripeto: queste cose sono già piuttosto fastidiose alle tivù; alla radio (dove chi ascolta non vede nulla) sono, più che irritanti, inutili.

Lo stacchetto di Radio Uno: dico io, ma è possibile che (per ora…) si salvino solo la sigla di Tutto il Calcio e di Ascolta si fa sera dall’invadenza di questo terrificante jingle che oramai sta sostituendo di fatto tutte le sigle di chiusura di Radio Uno? Che poi: se uno la sta ascoltando in quel momento, sa perfettamente di essere su Radio Uno, non c’è bisogno di ripeterlo ad ogni fine di trasmissione. Anche perché, più che l’effetto saturazione (che, per quanto mi riguarda, ho raggiunto appieno con la sigla del Gr1, visto che sono costretto ad ascoltarla ogni mezz’ora), si rischia l’effetto nausea. Per cortesia, Mucciante: anche le sigle finali hanno un loro perché. Almeno in questo sarebbe simpatico non accodarsi pedissequamente alla tivù che le ha abolite da anni.

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