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lunedì 8 settembre 2014

Formula Radio 2014 (13) - La Ferrari tocca il fondo e continua a scavare

#tuttoilcalcioblog
di Marco D'Alessandro - Sole pieno e temperatura estiva su Monza. Ma col buio totale della notte fonda per il rosso della Ferrari, le cui gesta in pista e fuori andrebbero musicalmente accompagnate dalla colonna sonora di Celine Dion in My Heart Will Go On, quella del Titanic che affonda. E' il weekend che segna uno sprofondo di non ritorno per due decenni d'era Ferrari targata Montezemolo. L'appuntamento di Settembre a Monza, da sempre, pone il timbro su quel che sarà l'anno venturo. Spesso in positivo. La Monza del 2014 presenta una rottura grande così, senza alcuna certezza per il domani. Imploravamo qui, all'indomani di Spa, che la Ferrari avrebbe dovuto rassicurare una volta per tutte sul futuro dei suoi piloti. Peggio, è esploso un bombone alla radice e al nascere del fine settimana. La voce rimbalza dappertutto da più di un mese, da quando Montezemolo non è più presente nel CDA della nuova Fiat. In questi giorni del Gran Premio, la carne ha definitivamente preso fuoco. Le dimissioni del Presidente ferrarista sarebbero imminenti, si vocifera. Ma il sabato mattina, ecco una parziale retromarcia del diretto interessato che, da suo stile, esibisce il messaggio promozionale della sua figura. Mette in azione il disco rotto che la Ferrari è vittima dei regolamenti, che bisogna lavorare, che bisogna tornare a vincere, che il marchio del Cavallino va a gonfie vele sul mercato (verissimo, ma..). Fa capire di non volersi schiodare, di voler rimanere altri tre anni e se così non fosse, sarà perchè lo schioderanno dai piani alti. Tradurrà in diretta radio Giulio Delfino: se Montezemolo dovesse andar via, sarà perchè cacciato dalla Fiat. Il sabato in pista, nel frattempo, relega la Ferrari di Alonso ("rimane o no? vuole una Rossa che vince, come me") dietro a sei vetture motorizzate Mercedes ma davanti a due Red Bull (l'avessero detto 12 mesi fa, ci sarebbe stato da attraversare la pista a capriole) e quella di Raikkonen a un triste bollitismo che speravamo fosse solo un ricordo, fuori per l'ennesima volta dai primi dieci posti in griglia. E sul deludente Kimi, per non farci mancare nulla, cala la perplessità radiofonica delfiniana: ci sono voci per cui il finlandese potrebbe lasciare ancora una volta a fine anno, anche perchè sta per diventare padre e gli stimoli non sarebbero più quelli di un tempo, aggiungiamo. Detto che il manico è proprio l'ultimo, ma proprio l'ultimo dei problemi e per "Iceman" ogni ferrarista del globo prova una gratitudine infinita, dobbiamo però prendere atto che il ritorno del figliol prodigo in Rosso sta assumendo i crismi della minestra riscaldata. Altre scuderie si stanno facendo preferire anche per la scelta di puntare su talenti giovani che stanno ripagando le attese. Ma fossero questi i problemi seri della Ferrari...

La Domenica comincia col pensiero agonistico, anche perchè le Rosse in questo Mondiale giocano a fare i reperti da museo, mentre lo spettacolo lo fanno gli altri. E' una bella gara che non risparmia i colpi di scena. Hamilton vanifica la partenza al palo, scattando alla moviola. Il Delfino microfonato s'impossessa del Pendolino e sentenzia che è un altro segno, è proprio l'anno di Rosberg. Lo impone la logica, d'altronde. L'inglese nei non pochi difetti del suo curriculum non ha, però, quello della costernazione e risale dal quarto posto. Riuscirà a vincere beffando il compagno di squadra (e non amico, ma collega, come dichiarato). Il biondino che raggranella più punti campionato che in simpatia tra i tifosi incappa per due volte alla prima chicane. C'è chi crede al doppio errore e ad un problemino ai freni e chi la ritiene una messinscena imposta dal team Mercedes per riparare allo sgarbo di Spa e restituire un pò del maltolto a Lewis. Problemi loro, beati loro. Qualcun altro sognava, tanti mesi fa, che questa Monza fosse quella di due campioni del mondo della Ferrari a giocarsi la vittoria e il campionato. Ed invece si ritrova in un tunnel che non intravede via d'uscita. Mentre gli argentati dispongono delle gare a loro piacimento, quattro scuderie più in là c'è la Ferrari che annaspa, viene regolarmente sverniciata sui rettilinei e vede crollare anche l'unico tiepido punto a suo favore: l'affidabilità. Fernando Alonso è costretto al ritiro per la prima volta dopo 86 gare, segno imponderabile del sapore di questa Monza. Raikkonen entra a fatica in zona punti. Passano pochi minuti dallo stop dello spagnolo alla prima variante ed in diretta tv, i telecronisti della Rai leggono un agenzia che riporta la lisciata di pelo e contropelo proveniente da Cernobbio. Mittente: Sergio Marchionne. Ed è più d'una sensazione che la presidenza della Ferrari sia ormai una lotta aperta di potere, anche se ufficialmente non all'ordine del giorno. Poco dopo, sempre alla Rai, Fernando Alonso deve rispondere con un secco e rassegnato "No" alla domanda se la Ferrari riuscirà a vincere almeno una volta in questo orribile 2014. Tempi duri, durissimi. E' la Monza ferraristicamente più mesta dell'ultimo ventennio. Il maglione di Marchionne ci è andato giù durissimo. Sgarbato perchè i panni sporchi si lavano in famiglia e il pasticcio mediatico è stato compiuto: la Ferrari oggi desta l'impressione della gabbia di matti. Ma l'irritazione è legittima per una Rossa che da 6 anni fa fatica e che è inaccettabile vedere a metà classifica. Il tono e la parola dell'uomo FCA abbattono il muro della retorica e della lamentela montezemoliana sui regolamenti contorti e gli alieni che sbarcano sulla terra. Perchè la Ferrari ogni anno parte con un ritardo enorme sulla concorrenza? Perchè ormai con cadenza mensile si silurano tecnici? Perchè ci dobbiamo ritrovare domenicalmente a vedere le Ferrari dietro a scuderie che sembravano decrepite? Perchè, se i regolamenti non vanno bene, la Ferrari (la Ferrari!) non ha più alcun peso per imporre le sue pretese? Perchè abbiamo due piloti campioni del mondo che girano in settima e dodicesima posizione? Perchè Montezemolo casca sempre in piedi? Sono domande che ormai si ripetono ogni anno. In questo 2014, stagione in cui si è esaurita ogni inerzia dei tempi che furono, ormai ogni due settimane. La presidenza della Ferrari è una poltrona che attira. Visibilità, marchio e gran mercato. Tutto lascia pensare che ci saranno ancora puntate da vivere in una telenovela che non è divertente. La Formula Uno, oggi, è l'unica nota dolente dell'azienda: tutto il resto è con i fiocchi. Ma la finestra sportiva dà la visibilità. Ed una pubblicità peggiore di Monza 2014, per chi ha in mano il Cavallino, non ci sarebbe potuta essere. Tornano a sentirsi le note del Titanic e si raffigura l'immagine di un Montezemolo che sussurra a Marchionne: "Ti fidi di me?" ed ottiene una risposta molto monzese: "Ma vada via i ciap". E chissà se i piloti si sentiranno ancora in grado di fidarsi di una Ferrari che ormai non ha più certezza nemmeno sulla sua presidenza.
Nel frattempo, gli altri si divertono. La Mercedes concretizza l'ennesima doppietta. Gioia per Aldo Costa, progettista che fu giubilato dalla Ferrari. Terzo posto per Felipe Massa, con la Williams. Colui che in tanti deridevamo come palla al piede della Ferrari e problema da risolvere. Massa non è più Rosso, ma la Ferrari non ha risolto un accidente. E, anzi, l'unica briciola d'omaggio al Rosso pallido ce lo regala proprio il brasiliano, con parole d'affetto sul podio e alle interviste. Riviviamo la lunga Domenica nelle fasi salienti della corsa raccontate da un Giulio Delfino in ottimo spolvero (è riuscito, una volta tanto, ad avere la fortuna di prendere in diretta i momenti salienti), ed anche nelle dichiarazioni ai protagonisti.

Per chiudere, cambiamo il clima di sottofondo. Canta Lucio Battisti. Mi ritorni in mente. In questo caso, l'anno 2006. Il giorno dell'ultima vittoria di Schumacher davanti al popolo ferrarista. Il giorno in cui annunciò il suo primo ritiro dalle corse. I tempi in cui Alonso era l'avversario, domava una Renault azzurra e gialla che si piantò in quella prima variante per una rottura di motore. Le dichiarazioni a caldo le facevano Schumacher (in italiano!) e Jean Todt. Montezemolo era un uomo emozionato e commosso. Era un famiglia più unita che mai. Sono passati otto anni ed il mondo Rampante è alla rovescia. Ma riascoltiamo come la Radio raccontò quei momenti.


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