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sabato 21 giugno 2014

Costa Rica sgonfia gli Azzurri e Repice

#tuttoilcalcioblog

di Marco D'Alessandro - Eravamo stati cattivi profeti chiudendo il nostro post sulla rivisitazione di Inghilterra-Italia, auspicando che Costa Rica non ci ripiantasse i piedi per terra. L'impressione di chi vi scriveva era che in quell'impresa, più della prestazione, erano stati più belli i gol, il risultato e l'ondata di entusiasmo che anche la radiocronaca di Francesco Repice aveva creato nell'etere del web con contatti da capogiro. La Nazionale di ieri è anche quella di oggi, ovvero quella di sempre: dopo la grande ed anche esagerata euforia del debutto, pure il Repice di Recife ci racconta di un azzurro che si sgonfia alla seconda partita, teoricamente quella più facile che, invece, come da tradizione, si ribalta nella buccia di banana. La brusca battuta d'arresto con Costa Rica è un bruttissimo risveglio, il peggiore immaginabile, con una partitaccia tra le più orripilanti della collezione Mondiale azzurra. Una squadra leziosa, presuntuosa e più macchinosa della Ferrari odierna. Un primo tempo che, senza far nulla di trascendentale, si sarebbe potuto chiudere avanti non fosse che il Balotelli che approccia su un pallone "poema di Pirlo", non è per nulla un parente del Suarez in formato iradiddio e che è già incubo dei nostri sogni notturni. Un primo tempo neanche troppo malvagio diventa il preludio al disastro, dopo che veniamo graziati da un rigore che Chiellini avrebbe disgraziatamente procurato. Ma il dramma vero dell'orribile pellicola di Recife è il secondo tempo dal quale ci si aspetta la sveglia e la svolta di un logico assalto che invece non arriva mai. E' un aborto. E' un'Italia di mezzi giocatori in un mezzo modulo tattico partorito da un Prandelli con un piede dentro al Mondiale e con l'altro fuori. Mezzo dentro perchè avremmo due risultati su tre a favore e almeno stavolta non abbiamo da inventarci masturbazioni mentali su biscotti altrui, mezzo fuori perchè l'Uruguay adesso come adesso desta una certa paura. Così come viene la tremarella a riflettere su questo azzurro così pallido e all'eventuale proseguo nel Mondiale. Se l'esordio di Manaus era stato fotografato dall'entusiasmo repiciano, la mestizia di questo atto è più che mai racchiusa nello spentissimo e scoraggiato tono con cui Francesco Repice ha accompagnato la ripresa. Il momento della partita in cui i nostri avrebbero dovuto rompere il fiato e cominciare a prendere di mira la porta avversaria con una gragnola di tiri invece è una voce frustrata, sgonfiata, delusa e irritata da una squadra che non costruisce più lo straccio di un tiro in porta, che dilapida tutti i palloni a disposizione, che si fa continuamente pescare in offside come se i costaricensi fossero una riedizione dell'Anderlecht del 1978. Ineccepibili i commenti della coppia Repice-Monaco che, senza troppi giri di parole e scappellamenti a destra, riconoscono in diretta che la frittata fosse nell'aria, sia tecnicamente ma anche in occasione dell'episodio da moviola. Promossi, probabilmente ancora di più che alla prima. E in barba alle fregnacce sul caldo ci ha sorpreso il Repice che, fin dai preliminari, ci riferisce che in realtà non si sarebbe avvertito tutto questo caldo. Ma ormai è andata così. Dopo l'entusiasmo e lo sconforto, solitamente la terza prova è quella del fiatone e, spesso, del sospiro di sollievo. Sarebbe un tradimento dover lasciare le nuovi voci azzurre così presto. Sarebbe un eufemismo definire umiliante l'eventuale seconda eliminazione consecutiva attraverso il girone eliminatorio. E in fondo quell'Inghilterra-Italia non meriterebbe di rimanere incastonato nelle memorie solo come una colossale presa in giro.


Chiudiamo con l'amarcord, sperando possa essere di buon auspicio. L'ultimo confronto Mondiale con l'Uruguay risale alle Notti Magiche, al 1990, allo Stadio Olimpico di Roma, alla "fiondata meravigliosa" di Totò Schillaci, alla rete di testa di Aldo Serena, alla voce di Enrico Ameri, a quell'inno cantato da Edoardo Bennato e Gianna Nannini in cui "negli occhi tuoi, voglia di vincere".


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