"Alonso si batte e si sbatte, Massa è un drone di Obama"

di Marco D'Alessandro - Ancora una e sarà tutto finito, per la gioia di tanti. Ad Austin è andato in scena l'ennesimo scontato e monocorde Gran Premio del 2013. Ottava vittoria consecutiva di Vettel e saluti al record che apparteneva a Schumacher e Ascari. Un record storico che si sta segnando è anche quello della noia e della monotonia. Cercano di spezzarla in pochi, fra i quali Fernando Alonso in pista e Leo Turrini ai commenti. C'è veramente poco da raccontare, da (ri)scrivere e da ricordare. Dopo l'ennesima pole-cannibale di Vettel e dopo l'ennesimo dolce amarcord del 2010 ai ferraristi in ascolto ("ma li mortacci..") decisamente apprezzabile la sigla dello Speciale Formula Uno estesa per quasi un minuto: chitarra e batteria a manetta. Ci accontentiamo di poco.



Piccolo momento d'amarcord radiofonicamente proprio in coda al Sabato, quando nel duetto tra Giulio Delfino e Leo Turrini, s'inserisce Emanuele Dotto ("voce leggendaria di Radio Rai") che conduceva Sabato Sport, ma ci riporta un po' ai tempi in cui si alternava al radiocronista romano.



Detto di una gara in cui Vettel ha dato il solito arrivederci alla ciurma dopo la prima curva, quel qualcosina che si slaccia dalla processione ce l'ha offerta il solo Fernando Alonso, come sempre, costretto a dover fare i salti mortali per portare la sua Ferrari ad un posizionamento dignitoso. Il finale di campionato del team di Maranello è ignominioso: per chi è alla quinta gara consecutiva senza salire sul podio e tiene la baracca in piedi correndo con un solo pilota, è quanto meno inopportuno stare a parlare di secondo posto nel Costruttori. Alonso è costretto a dover fare a sportellate con le Sauber, Massa naviga regolarmente nei bassi fondi, ma rivelando oltremodo il  potenziale scadente della Ferrari attuale. Il Presidente Montezemolo, nel frattempo, sbuca nella domenica pomeriggio televisiva di Massimo Giletti a vaneggiare di ben altre cose che del suo Cavallino più ragliante che rampante. Il pilota spagnolo è aritmeticamente vicecampione del mondo per la terza volta in quattro anni: secondo in campionato con un mezzo che non parte mai secondo in griglia e che le sta buscando non solo dalla Red Bull. Semplice dire che cogliere il secondo posto nel Mondiale con una Rossa così, trattasi di Impresa con la Maiuscola. Così come è sotto gli occhi di tutti che i continui progetti e sviluppi fallimentari del Team, stanno facendo invecchiare di quattro anni un Campione come lo spagnolo che meriterebbe molto, ma molto di più tra le proprie mani. E non l'etichetta di perdente di successo. E non meriterebbe di essere celebrato per un misero quinto posto, come invece è giustamente avvenuto.
Riascoltiamoci la sintesi della radiocronaca della gara con Giulio Delfino e il commento di un Leo Turrini incontenibile come consuetudine che sottoscriviamo in toto e non aggiungiamo nient'altro sul due di picche rifilato dalla Lotus al "nostro" Davide Valsecchi.