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martedì 7 maggio 2013

Dietro al microfono: intervista a Fabrizio Noli

di Massimo Raibobo Verona
Oggi con la nostra rubrica usciamo per un momento dalla porta della redazione sportiva. Ha risposto al nostro invito Fabrizio Noli, vaticanista del Giornale Radio, con un passato al Gr Sport. A lui abbiamo posto qualche domanda.

Lei durante la sua carriera giornalista ha lavorato in "Tutto il calcio". Ci ricorda in che periodo?
Ho fatto davvero poco per Tutto il calcio. Facevo un lavoro strettamente di desk, non per mia scelta, ma dei miei superiori, per cui l'unica radiocronaca da me effettuata per il programma fu un Pescara-Torino del campionato di serie B 2000-2001, per di più al telefono, perchè mancava la postazione. Insomma, una situazione un po' fantozziana. Ricordo che vinse il Torino per 1-0, e quel successo permise ai granata di tornare in A. Io però, a dirla tutta, non mi sono divertito più di tanto, non solo per la qualità del gioco (eufemismo), ma anche perchè non sentivo il ritorno con Provenzali al telefono. Seppi poi che si era un po' lamentato della lunghezza dei miei interventi. Vabbè...

Chi erano le voci di quel periodo che ricorda di più?
Repice, Cucchi, Gentili, Forma, Orlando, Delfino, Raffa. Questa era la squadra dei nomi più gettonati. Repice, Cucchi, Delfino sono ancora punte di diamante dello sport radiofonico.

Cosa fa ora? La sua carriera in Rai? 
Sono vaticanista e firmo la rubrica, a cavallo dell'Angelus, "Tra cielo e terra", che va in onda ogni domenica sulle frequenze di Rai Radio1, tra le 10 e 35 e le 12 e 15 del mattino. Prima di questo approdo, ho fatto il giornalista economico per sei anni, e per circa un anno, dopo lo sport, sono stato alle Rubriche, dove mi sono occupato di tutto e di niente...

Domanda da un milione di dollari: Perchè il salto dallo sport alla cronaca religiosa?
Molto semplicemente, non andavo d'accordo con il mio caporedattore dell'Economico e volevo fare un'esperienza diversa. Certo, qualche anno fa non avrei mai immaginato di un mio presente da vaticanista, anche perchè sono laico, ma la realtà è che io mi "annoio". Dopo qualche anno sento il bisogno di cambiare. Lo stesso è stato con lo sport. Non ne potevo più. Per quanto io sia appassionato di storia calcistica, definiamola così, il quotidiano sportivo mi tedia . Specie in radio, dove non puoi mai staccare realmente la spina, senza contare certe conduzioni: a Baobab-Sport, in versione estiva, ogni sabato per 10 ore a parlare del nulla, in agosto, con magari solo il motomondiale come evento della giornata. In più, mia moglie è americana, non ha ombrelli protettivi familiari di un certo tipo, e quando è nato il nostro primo figlio, nel 2002, ho capito che volevo cambiare vita, avendo almeno qualche fine settimana libero. Allo sport era impossibile. Certo, ora sono impegnato quasi ogni domenica, ma i figli sono già più grandicelli, quindi è più semplice.
All'esperienza sportiva però sono anche debitore in un senso: se ho imparato ad andare e a stare in diretta è grazie ai tre anni del Gr Sport. Questa è un'eredità che non potrò mai disconoscere, nè sminuire. D'altronde, accennavo all'esperienza di Baobab-Sabato Sport. Per certi versi l'ho odiata, ma devo essere franco: mi ha abituato a stare al microfono in qualsiasi circostanza.

Un suo ricordo di Alfredo Provenzali, se lo ha conosciuto.
Burbero e timido, ma gentile, umano. Aveva una sua nota di dolcezza, oltre che di grande rigore professionale.

Noi siamo dei cacciatori di aneddoti. Avrebbe qualche storia particolare da raccontarci relativamente al suo ruolo di radiocronista?
Beh, a parte il calcio, ho fatto il radiocronista per le Olimpiadi invernali, a Salt Lake City, nel 2002, e nel 2001 avevo seguito il master di tennis femminile al Foro Italico. Ho un pessimo ricordo di Amelie Mauresmo, e non mi è piaciuto il piedistallo su cui si poneva costantemente Gianni Clerici. Per il resto, a Salt Lake City andavo d'accordo con Gianni Decleva, un signore, grande amante dell'enogastronomia, una delle mie passioni!

Tra i nomi che hanno fatto la storia di Tic e non, a chi si è ispirato nel corso della sua crescita "sportiva"?
Non ho avuto crescita sportiva, ma Gentili e Delfino avevano, secondo me, una marcia in più.

Che differenza c'è tra il Tutto il calcio dei suoi tempi e quello attuale?
Quando ero piccolo, l'Ajax di Crujff, e il calcio olandese, in genere, sembrava inarrivabile. Ho dei grandi ricordi di quella squadra e di quel periodo, anche se poco fortunato per l'Italia, mi riferisco a Germania 1974, ma una così grande concentrazione di talenti, capaci di ridicolizzare per 2 a 0 il Brasile, nel girone di semifinale, a Dortmund, non l'ho più vista. Poi, da milanista, il Milan di Sacchi è stato inarrivabile. Oggi, in generale, mi annoio. Anche il Barcellona, senza Messi, sarebbe una versione 2.0 di certe squadre melinare di Liedholm.

Si ricorda di altri colleghi sportivi passati al ruolo di vaticanista?
No, mi sa che sono una mosca bianca, però non mi sono mai informato. Mi sembra però che Biscardi abbia fatto un'intervista a Papa Giovanni Paolo II, poco dopo la sua elezione, tipo nel 1978 o 1979, ma non sono sicuro.

Settimane difficili e piene di impegni per lei? Per lei siamo di fronte a una pagina storica per la storia della chiesa?
Settimane infernali, diciamolo chiaramente, ma belle. Spero davvero che con Papa Francesco di cambi pagina, per la Chiesa.

Un istituzione come il cattolicesimo che futuro ha alla luce delle difficoltà degli ultimi anni?
Dipende dalla sua capacità di adeguarsi ai tempi nuovi. C'è poco da fare. Il che non vuol dire che il Papa debba salire sul carro del gay pride, questo no. Ma ritengo necessarie aperture sul fronte della quesitone del celibato sacerdotale e del sacerdozio femminile.

La sua emozione quando ha visto la fumata bianca della Sistina?
Più che altro mi ha preso alla sprovvista, pensavo che ci sarebbe voluto un giorno in più. C'è stato un momento di panico, pensando alla richiesta di servizi!

Sogni per il suo futuro professionale?
Un posto da corrispondente a New York, mia moglie è del New Jersey...

Quale è al momento la sua soddisfazione professionale (a livello sportivo) più grande? E a livello non sportivo?
Le Olimpiadi invernali di Salt Lake City. In ambito non sportivo direi questo periodo, iniziato l'11 Febbraio con le dimissioni a sorpresa di Benedetto XVI, ma anche, da inviato dell'Economico, il G8 de L'Aquila e il Forum Economico di Davos del 2009.

Il calcio, spesso sotto i riflettori per brutti episodi, ha ancora la possibilità di comunicare qualcosa? O è solo un giocatolo pieno di difetti e sempre sul punto di distruggersi?
Ha davvero tanti difetti. Troppe regole imposte dalla TV lo stanno uccidendo. Si gioca troppo e ad orari assurdi. Il campionato dovrebbe tornare a 18 squadre, per 34 giornate, come primo passo per una revisione dei meccanismi...

Domandone finale: che squadra tifa?
Sono milanista dal campionato 1971-72, facevo la seconda elementare, più che altro per Rivera...mi avevano fatto una capoccia, genitori e amici, tutti a dire che Rivera doveva giocare la finale di Mexico 70, e allora decisi che doveva essere il calciatore di riferimento. Ma sono affezionato anche a squadre come la Lazio, quella del primo scudetto è stata davvero una squadra di pazzi furiosi quanto fenomenali, e al Cagliari (ho origini isolane).

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