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venerdì 22 marzo 2013

Dietro al microfono: intervista a Carlo Verna

di Massimo Raibobo Verona
L'intervista di questa settimana è dedicata a una delle voci che da più anni è presente a "Tutto il calcio" nonchè degli sport acquatici.
E' il turno di Carlo Verna, che ha risposto alle noste domande (... o forse al nostro interrogatorio)

Esordio a Tutto il calcio..
Fu nel lontano autunno 1988, andai in Lombardia a fare Monza-Padova. All' epoca si facevano interventi articolati solo nel pimo tempo, nel corso di Domenica sport. Nella ripresa si poteva irrompere in Tutto il calcio esclusivamente in caso di gol. Fui fortunato perche' finì 2-2. Lo fui meno col meteo, ricordo ancora oggi il freddo in tribuna.
Un clima simile l'ho trovato nel 2010 ai mondiali in Sud Africa. Nel corso della stagione debuttai poi anche in serie A, con una partita meno importante del Napoli, in cui all' epoca giocava Maradona, che fu fischiato durante un match al San Paolo col Pisa.
Seppi poi che era molto arrabbiato con me perchè, uscito per infortunio, aveva ascoltato la mia radiocronaca e non gli era piaciuta la sottolineatura che di quell' insolito dissenso avevo giustamente fatto.

La sua carriera in Rai?
In Rai sono entrato nel 1986 vincendo una borsa di studio, ma poi per il contratto a tempo indeterminato dovetti far causa. Mi assunsero a Bari,dove rimasi sei mesi,mi trasferirono poi a Napoli, ma mi chiesero se fossi interessato ad andare a Roma al Tg3 che Curzi stava facendo nascere. Preferii la sede regionale, da dove ho però fatto un po' di tutto: 6 Olimpiadi , 5 mondiali di calcio, 8 mondiali e 18 europei di nuoto e pallanuoto.
Ho avuto la fortuna di andare a bottega in postazione con Ameri e Provenzali, che considero i miei grandi Maestri.
Da Napoli ho proposto, curato e condotto per nove anni la trasmissione televisiva C Siamo su Raitre, che divenne quasi un cult per gli appassionati di serie C.
In Campania ho condotto i giornali radio e i tg che ancora conduco. (sul mio sito www.carloverna.it ci sono ricordi più dettagliati filmati, foto e radiocronache).

Un suo ricordo di Alfredo Provenzali. 
Lo faro' piu' avanti, altrimenti causa commozione l'intervista si ferma qui.

Noi siamo dei cacciatori di aneddoti. Avrebbe qualche storia particolare da raccontarci relativamente al suo ruolo di radiocronista?
In cinque lustri di radiocronache gli episodi particolari da raccontare potrebbero essere tanti, ma nel mio piccolo credo di avere un record.
Quello della madaglia vinta da un atleta mentre era in postazione a Radio Rai. Accadde nel 2003 a Dublino. Europei in vasca corta. La gara piu' lunga quella dei 1500 stile libero non si faceva con batterie e finali, ma mettendo insieme i tempi delle serie cosiddette lente e di quella veloce che era di fatto considerata la finale. Notai che Rosolino aveva ottenuto la mattina un tempo da podio. Lo invitai per commentare in diretta la competizione del pomeriggio. Al tocco del vincitore e dell'argento Massimiliano si accorse subito di essere a sorpresa medaglia di bronzo. Esultò come se fosse in vasca travolgendo il codec di trasmissione e facendo con l'urlo di gioia saltare tutti i collegamenti. In contemporanea un disservizio e uno scoop! Ripresi poco dopo la linea e lui stesso si scusò coi radioscoltatori. Conservo ancora l'articolo di Riccardo Crivelli della Gazzetta dello Sport che racconto' il giorno dopo il curioso episodio.

Tra i nomi che hanno fatto la storia di Tic e non, a chi si è ispirato nel corso della sua crescita?
Chi conosce la storia di Tutto il calcio ricorderà che Enrico Ameri dopo la radiocronaca guidava i collegamenti negli spogliatoi per Domenica sport dalla postazione del campo principale. Aveva bisogno dunque di un "secondo" per le interviste. Negli anni del grande Napoli di Maradona lo fui numerose volte. Sedergli accanto durante la partita era più di una scuola. Potevi non guardare il campo e capire dall'intensità del suo ritmo che il gol era nell'aria. Provo a ricordare e copiare quei ritmi. Me li attualizzano Cucchi e Repice. Ma il Maestro per antonomasia per me e' stato Alfredo Provenzali. Lui era anche un grande uomo di cronaca. Raccoglieva cento elementi per riferirne dieci. Asciutto, preciso, lineare. Un grandissimo. M' insegno' minuto per minuto e' il caso di dire, come si faceva una radiocronaca di nuoto, potrei dire dall'accreditamento al desk della manifestazione al record. Avevo raccontato la pallanuoto nella trasmissione che Alfredo aveva voluto il sabato e che Mario Giobbe aveva varato, mi sembrava impossibile raccontare di 8 persone che affiancate gareggiavano nell'acqua in corsia. Grazie a Provenzali potetti diventare il cronista degli ori di Sydney 2000: i due di Fioravanti e quello di Rosolino. Storia dello sport, perchè prima nel nuoto mai l'Italia aveva vinto un titolo olimpico.

Chi differenza c'è tra un inviato "regionale" e uno nazionale? 
La figura contrattuale e' la stessa, ma comprenderete che un conto e' essere inviati a Pozzuoli un altro in Australia,in Canada o in Sud Africa.

Lei viene della Campania? Ci ricorda qualche voce celebre Rai legata alla radio e al calcio?
La gerarchia dei campi di Tutto il calcio aveva indotto i colleghi sportivi piu' autorevoli di Napoli ovvero De Nitto, Necco, Biazzo, Romano, Kuhne a spostarsi verso la televisione: Novantesimo minuto, Domenica sprint, La Domenica sportiva. Ebbi la possibilita' di coltivare quello spazio che mi era stato assegnato, da Napoli sono stato l'unico a muoversi per la radio verso il mondo, avendo trasmesso da tutti e cinque i continenti.

La sentiamo molto meno a "Tutto il calcio"? Perchè?
Ho fatto per sei anni, da dopo i mondiali vinti dall'Italia in Germania fino a pochi mesi fa, il segretario nazionale dell' Usigrai, il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico radiotelevisvo, rappresentando tutti i colleghi Rai, anche il capitano attuale di Tutto il calcio Cucchi.
Dunque non è colpa sua nè mia. Anzi ho ostinatamente voluto mantenere un segmento di presenza professionale e non è stato facile contemperare le due cose.

Lei in questo periodo segue solo alcuni match del Napoli. In passato svariava per molti campi campani. In che situazione è il calcio in quella regione?
Seguo dalla scrivania con attenzione tutte le squadre campane perche' conduco la rubrica sportiva televisiva della domenica. Potrà essere un anno importante per le squadre della regione al di la' della lotta al vertice del Napoli. Avellino e Salernitana sono in testa rispettivamente in prima e seconda divisone, in Serie B si fa rispettare la Juve Stabia e in Lega pro ha fatto una bella rimonta la Nocerina. Sarà per tutte un appassionante finale di stagione.

Il Napoli è alla fine di un ciclo? Arriverà in Europa al termine di questa stagione? Da che porta?
Credo che il ciclo Mazzarri stia finendo, ma può finire bene con la seconda qualificazione alla Champions in tre stagioni.

Secondo lei il Napoli ha snobbato in questa stagione la competizione Europea?
Penso di sì e ritengo abbia fatto bene. Abolirei l' Europa League (sapete che Platini ci sta pensando ) che non e' piu' la Coppa Uefa vinta dal Napoli nel 1989.
Vi partecipavano molte seconde e terze della stagione precedente che spesso erano le squadre che poi andavano a vincere il campionato l'anno successivo.

Domandone: Cavani se ne va a fine stagione?
Spero di no per i tifosi della mia città, temo di sì.

Quale è al momento la sua soddisfazione professionale (a livello sportivo) più grande? 
Senza dubbio le radiocronache storiche di Sydney. Nella quotidianità ordinaria, gli straordinari anni in cui ho potuto seguire Maradona, per me il piu' grande calciatore di sempre, senza dubbio più forte di Pelè. Solo Messi può essere paragonato, senza sfigurare, con Diego.

Napoli è una città difficile per molti motivi extra-calcistici? Se la sente di esprimere parole di fiducia per il futuro di quersta città?
Città difficile, ma vi assicuro splendida. Città di contraddizioni. Intelligenze finissime e sacche di senza cultura e senza educazione. In un romanzo di Enzo Striano, "Il resto di niente" sulla rivoluzione del 1799 si narra dei lazzari che camminavano scalzi ed erano massa di manovra dei potenti. Dopo oltre due secoli i loro eredi, con cui si devono fare i conti, hanno messo solo le scarpe. La mia speranza è legata al mondo delle tecnologie che sebbene produca modelli omologati in una città come Napoli potrà dare una mano al progresso culturale del popolo.

Cambierebbe qualcosa nella struttura della trasmissione? 
Perche' mai ? Noi siamo i "classici" della medialita'.

Il calcio italiano è in crisi? Che futuro vede a livello di club e nazionali? 
Non credo che il calcio sia più in crisi del Paese, anzi va meglio del resto in proporzione.

Lei è anche la voce de nuoto in radio: ci ricorda qualche nome celebre della radiofonia del passato legata al nuoto?
Io ho conosciuto e ammirato solo Alfredo Provenzali, non ho mai sentito alla radio Nico Sapio, che morì nella tragedia di Brema proprio mentre era in volo con la nazionale italiana di nuoto.


Se le chiedessi di dirci il motivo del fallimento azzurro del nuoto a Londra?
Certe figure come quella di Alberto Castagnetti non si creano dalla sera alla mattina, prima di lui si vinceva poco e nulla, non c'era una squadra, solo stelle senza costellazione come la Calligaris o Lamberti in epoche diverse.
A Londra poi c'è stata un po' di zizzania interna iniziata a Shangai anche per il triangolo Pellegrini-Magnini-Marin.

Chi è per Carlo Verna Federica Pellegrini?
La piu' grande allieva di Alberto Castagnetti, la più brava nuotatrice di sempre, colei che ha portato il nuoto dalle vasche allo star system.

Il suo nome è legato alla segreteria dell'Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai? Che periodo è per il giornalismo in Rai? I giovani che si avvicinano a questa professione devono rassegnarsi a una  vita difficile?
La professione sta cambiando e se mi dovessi trovare oggi al bivio con l'avvocatura come mi capitò tanti anni farei la scelta opposta. Detto questo sono felice di aver optato nel 1986 per il giornalismo, che va difeso nei suoi valori di libertà e di rispetto della verità. E' quel che ho cercato di fare come segretario Usigrai, credetemi facendo un'immensa fatica senza soluzione di continuità sette giorni su sette per sei anni. Ma penso che qualcosa sia rimasto di quel lavoro. Il giornalismo è un potere di controllo e la libertà con cui in un Paese può essere esercitato è il principale indice di qualità della democrazia.
La Rai è un servizio pubblico, appartiene ai cittadini non ai partiti. Su questo tema abbiamo girato più di mezza Italia con la manifestazione "Riprendiamoci la Rai" che ha coinvolto tanta gente da Trieste a Palermo alla Fenice di Venezia, dal Maschio Angioino di Napoli a Torino,da Cagliari a Milano alla piccola ma tenace Campobasso.
In Rai viviamo oggi una fase diversa da quella di un' anno fa. Difficile certo ma onesta.
La sfiducia che volli si votasse all'allora Dg Mauro Masi e' stato il primo referendum su un capo azienda nella storia delle relazioni sindacali in Italia.
Fu un successo di partecipazione e dette speranza ai colleghi che si sentirono protagonisti con dignità e orgoglio.
Ai giovani direi, provateci ma sappiate che è tanto difficile quanto affascinante e che la vita sara' dura.
Suggerirei di tenere sempre pronta un' alternativa professionale.
Giusto inseguire i sogni, senza farsene, però ammaliare come se fossero sirene.

Quali sono le linee guida da seguire per essere o diventare un bravo giornalista?
Passione, impegno, onestà intellettuale

Domandone finale: che squadra tifa?
Ho risposto ad un' intervista lunga come un interrogatorio. Lo dico sorridendo e ringraziandovi.
Qui permettetemi di glissare anche se si diventa tutti prima tifosi e poi giornalisti. Ma i maestri l'uno che teneva per il Genoa (e non per la Juventus come si credeva), l'altro per la Sampdoria, dicevano che un radiocronista non dichiara pubblicamente il tifo. L'espressione che si usa a Napoli in questi casi è che si tratta comunque di un segreto di Pulcinella. Indovinate un po'? Lasciatemi però attenere ad uno stile di Tutto il calcio.

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