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mercoledì 19 dicembre 2012

Un passo nella storia - Episodio 82

di Roberto Pelucchi

Siamo nel 1980. L'Olimpiade invernale si svolge a Lake Placid, negli Stati Uniti, dal 14 al 23 febbraio. A causa del fuso orario, che limita notevolmente la programmazione, la Rai invia sul posto soltanto sei inviati, divisi tra tv e radio: Alfredo Pigna, Guido Oddo, Paolo Rosi, Andrea Boscione, Ettore Frangipane e Hugo Seyr. Più nutrita la spedizione all'Olimpiade estiva di Mosca, dal 19 luglio al 3 agosto. Per la radio ci sono Massimo De Luca, Gustavo Delgado, Demetrio Volcic, Alberto Bicchielli, Gilberto Evangelisti, Enzo Foglianese, Sandro Ciotti, Rino Icardi, Giacomo Crosa, Dario D'Aria, Alfredo Provenzali, Alessandro Rudolf, Guglielmo Moretti, Giacomo Santini, Hugo Seyr, Piero Pasini e Mirko Petternella. Oltre a servizi e commenti nei giornali radio, appuntamenti speciali e dirette: alle 7.45 e 17 su Radiouno, alle 7.55, 18.30 e 22.40 su Radiodue.

Claudio Ferretti disertò l'Olimpiade di Mosca a causa della nascita della figlia, ma in occasione del Giro d'Italia si fece venire un'idea di cui si parlò molto sui giornali. Per il Gr1 organizzò un Giro d'Italia al computer, facendo sfidare sul percorso di quell'anno otto campioni del passato: Girardengo, Binda, Bartali, Coppi, Bobet, Anquetil, Gimondi e Merckx. La trasmissione, realizzata con la collaborazione di Bruno Raschi, si chiamava "In corsa" e andava in onda tutti i giorni dalle 14.05 alle 14.30. La singolare sfida ebbe luogo - come si legge sui quotidiani d'epoca "sulla base del dati forniti dal calcolatore del centro elettronico Rai di Torino: albi d'oro delle classifiche Internazionali, e dei più grandi avversari degli otto protagonisti, eventuali pansé forzate (le guerre mondiali), varie specialità tecniche di ognuno, elementi aleatori e tattiche". Di quella trasmissione scrisse anche Giampaolo Ormezzano sulla Stampa. Ecco l'articolo pubblicato il 9 maggio.

"Il divertimento o addirittura l'interesse c'è e si vede, anzi si sente: tutti i pomeriggi alla radio, dal 21 aprile e sino al 14 maggio, Claudio Ferretti fa la radiocronaca dell'uscita di una listerella di carta da un computer, presso il centro meccanografico della Rai di Torino. Sulla listerella sta scritto l'ordine d'arrivo e la classifica generale del Giro d'Italia 1980, corso «dentro» il calcolatore elettronico da (in ordine di apparizione nello sport) Girardengo, Binda, Bartali, Coppi, Bobet, Anquetil, Gimondi e Merckx. Claudio Ferretti è figlio di quel Mario, radiocronista anche lui, anzi lui più di ogni altro (eccetto forse Carosio) nella storia del nostro sport raccontato via etere, il quale annunciava «un uomo solo al comando». La gente sapeva benissimo che era Coppi, però provava splendidi brividi. Claudio caldissimamente partecipa i prodotti evacuati dal computer, facendo insieme poesia del ciclismo e poesia delle macchine. Bruno Raschi, che nell'iniziativa rappresenta anche La Gazzetta dello Sport, il giornale organizzatore del Giro, elzevira il tutto con attenzione e passione. La trasmissione ha successo, ne parlano un po' tutti i giornali, alimenta mezza pagina al giorno sulla «rosea», dove il più grande degli esclusi dalla strana corsa, Fiorenzo Magni, tiene una rubrica fissa per rispondere ai quesiti dei lettori. Le prime puntate erano freddine, ciclisticamente parlando. Due dei «magnifici otto», che il computer allinea sulle stesse strade del Giro vero, quello che comincerà il 15 maggio, il giorno dopo la conclusione del Giro elettronico, sono morti: Girardengo e Coppi. Si vuole che il primo sia troppo tartassato dal computer, si vuole che il secondo, fra l'altro vivo più che mai nei cuori (è il ventennale della scomparsa, poi), finirà per vincere la corsa. I dati inseriti nel cervello elettronico si riferiscono alla carriera degli otto, alle loro caratteristiche, agli avversari incontrati. Ci sono pure alcuni «jolly», forature e mal di pancia, per colpire uno e favorire gli altri. Si tiene anche conto di curiosi accidenti che rigarono certe carriere: Girardengo che pativa il Macerone, Coppi che pativa le città dì mare. Giurano i tecnici che ì dati sono quelli immessi all'inizio della prova, insomma non si costruisce una tappa sulla base di quelle di prima. Si arrabbia qualcuno: Bartali, di persona, dice che vincere tappe non gli basta, pensa che dovrebbe stare più in alto in classifica; il figlio di Girardengo definisce ridicolo il computer, che tartassa suo padre; un po' tutti lamentano l'assenza di quell'elemento importantissimo, ma anche difficilissimo da computerizzare, che è la squadra. Più o meno si è indagato sul Giro al computer tutto il ciclismo italiano, e un po' di quello straniero. Ognuno fa le sue riserve, tutti si interessano. Due crìtici feroci sono Baldini e Defilippis. Il primo (suo il Giro del 1958) sostiene che è tutta un'assurdità, dice che un corridore di razza cambia se stesso in funzione degli avversari, altro che finire imbalsamato in una serie di dati fìssi. Defilippis ricorda che in una tappa a cronometro conta partire due ore prima o due ore dopo, figuriamoci che significato può avere il confronto per gente che ha fatto ciclismo in un enorme arco di tempo. Sono critiche valide, le accettiamo ed anche le spartiamo, però quella del Giro al computer resta una grossa idea. C'è dentro la nostalgia, e c'è anche il riflusso, si capisce. Ma le sue stesse incongruenze fanno parlare: Bartali stacca Merckx di 1" nell'arrivo a Roccaraso, e ci si chiede il perché. Il computer sembra abbastanza matto. Snobba Gimondi, che pure col suo modo di correre sarebbe stato bravo in ogni ciclismo. Mette avanti Coppi in un Giro, quello 1980, che sulla carta proprio non si direbbe disegnato per Coppi. Adesso aspettiamo lo Stelvio, lunedì 12. Merckx in altissima montagna non si è mai espresso al massimo, Anquetil ha sempre patito i duemila e passa, lo sa il computer? C'è dentro l'esperimento la voglia matta di confrontare il campione di un'epoca con quello di un'altra: cioè di fare l'impossibile, l'assurdo. Negli Stati Uniti fecero boxare al computer Marciano contro Clay, e vinse Marciano. Un atto di «poesia» sportiva viene affidato ad una macchina".

ha collaborato March Moccia

1 commenti:

Unknown ha detto...

un ricordo della mia infanzia che mai si cancellerà: la trasmissione "I magnifici otto" di Claudio Ferretti e Bruno Raschi in onda tutti i giorni su radiouno nella primavera del 1980! Bei tempi!

NOTA

Questo non è il sito ufficiale della trasmissione ma solo una comunità di appassionati.

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