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mercoledì 26 settembre 2012

Un passo nella storia - Episodio 76

di Roberto Pelucchi
Nel 1973 Felice Gimondi vince a Barcellona, il 2 settembre, il Mondiale di ciclismo e il suo trionfo è raccontato da Sandro Ciotti. Lo stesso Ciotti, il 16 maggio, commenta da Salonicco la vittoria del Milan nella finale di Coppa delle Coppe contro il Leeds. Interviene invece dalla tribuna stampa due settimane dopo da Belgrado per la finale di Coppa dei Campioni, vinta dall'Ajax sulla Juventus (radiocronaca di Enrico Ameri).

Per quanto riguarda il Giro d'Italia di quell'anno, sui giornali del 9 maggio compare un sorprendente comunicato stampa della Rai nel quale si informa che "per il prossimo Giro d'Italia è stata predisposta una differita quotidiana alla televisione, dalle 19 alle 19,30 sul Secondo programma, ed un servizio radiofonico nel primo giornale radio utile dopo l'arrivo di tappa, probabilmente in quello delle 17 sul Nazionale. La teletrasmissione comprenderà tutte le fasi essenziali della tappa riprese con una telecamera mobile, la crona dell'arrivo e interviste con i protagonisti. E' stato precisato che il nuovo orario di trasmissione permetterà ad un maggior numero di telespettatori di assistere alle riprese del Giro d'Italia. Secondo la Rai-tv il pubblico delle normali trasmissioni delle ore 19 si aggira sui due milioni, mentre i telespettatori presenti davanti al video per le dirette dal Giro d'Italia sono stati, nel 1972, appena un milione. Poiché il Giro d'Italia Incomincia all'estero, i servizi regolari della Rai-tv avranno inizio martedì 22 con la Ginevra-Aosta". Non si è trattato, evidentemente, di una scelta felicissima, visto che l'anno successivo si torna alla normalità, con le dirette sia in televisione, sia in radio (collegamenti nei Gr delle 8, delle 13 e delle 19, diretta delle fasi finali dalle 15 sul Secondo programma e, sempre sul Secondo, programma speciale con commenti e interviste alle 19.20).

A proposito di Giro d'Italia, negli anni Sessanta uno degli inviati della televisione fu Paolo Frajese, uno dei volti più noti del Tg1 degli anni Ottanta e Novanta. Ma forse in pochi sanno che Frajese cominciò la sua carriera alla radio, seppur per brevissimo tempo, come lui stesso racconta nell'intervista concessa a Giorgio Galdolfi della Stampa il 5 ottobre 1974.

Dallo scomodo sellino di una motocicletta trasformata in studiomobile ad un'ampia poltrona dai bracciali aerodinamici (stile manubrio di bicicletta da corsa) con uno sfondo di pannelli di zinco: Paolo Frajese, 35 anni, romano, ex «ragazzino di bottega» del Telegiornale, si appresta ad esordire alla Domenica Sportiva al posto di Alfredo Pigna, messo in «pensione» dopo un paio di proficue stagioni ed un numero imprecisato di «gaffes». Frajese si presenta deciso a dare un'impronta più giornalistica ad una delle teletrasmissioni più seguite in Italia: per ora l'unica novità è rappresentata da questo romano di Monteverde Nuovo, dove risiede con la moglie, una svedese conosciuta e sposata durante il viaggio presidenziale di Saragat al Nord, e i figli Attilio e Liselott. Molti sportivi lo ricorderanno ancora su una mastodontica motocicletta inseguire appassionatamente i protagonisti di un Giro d'Italia di sette anni fa, mentre dallo studio centrale lo scrittore Piero Chiara tentava vanamente di effettuare i collegamenti. «Pronto, Frajese, mi senti?» è rimasta una frase quasi celebre alla televisione soprattutto perché Frajese non sentendo non poteva rispondere. «Quando tornai dal Giro — dice Frajese —, qualcuno mi chiese se ero sordo: per fortuna ci sento benissimo, era soltanto questione di collegamenti. L'anno seguente con un apparecchio più adatto, lo stesso che usa ancora De Zan per le registrazioni, le cose andarono meglio. Fu un Giro esplosivo, quello dell'espulsione di Merckx per il caso di doping». Da 13 anni alla Rai-Tv, dopo quattro mesi di interessante esperienza al Giornale radio del mattino («Sveglia alle cinque, lavoro di ricerca e "cucitura" degli articoli da leggere») passava al Telegiornale come inviato (pur non avendone ancora la qualifica) iniziando un'attività ricca di soddisfazioni. Da «ragazzino di bottega», il redattore televisivo che deve sintetizzare i servizi delle sedi esterne ed elaborare le notizie tramite l'archivio dei filmati, al lavoro esterno, la fase è stata abbastanza breve: gli incidenti di piazza a Città del Messico in occasione delle Olimpiadi, la catastrofica alluvione nel Biellese, sono fra i tanti servizi quelli che lo hanno maggiormente impegnato sul piano umano e professionale. Recentemente è ritornato alla ribalta dello sport nella trasmissione «Dribbling» (la rivedremo sugli schermi fra una settimana, al sabato, con Nando Martellini quale presentatore) che gli è servita per completare la sua esperienza sportiva. Ed ora la Domenica Sportiva che Frajese considera «una parentesi positiva», in quanto gli permetterà di ampliare le sue conoscenze in un mondo che non sembra possedere dimensioni: «Vorrei — ammette — che diventasse la trasmissione di tutti gli sport e non soltanto un ritaglio di calcio come gli sportivi sono abituati a vedere. D'altronde il zalcio è lo sport nazionale, copre i due terzi dei giornali sportivi, logico che pretenda ed abbia una sua fetta abbondante anche alla "Domenica". Piuttosto cercheremo di limare ogni particolare inutile in modo da rendere lo spettacolo snello e veloce: a Milano ho trovato un ambiente ricco di entusiasmo, dove si può lavorare bene. Siamo tutti d'accordo, nella necessità di rendere più giornalistica la trasmissione. Per fare questo, sarà ridotto lo spazio per interviste mentre gli ospiti, se ci saranno, dovranno essere protagonisti o testimoni dello sport. Per l'esordio dovremmo avere Bernardini, che ho incontrato a Bogliasco e mi ha impressionato per la sua chiarezza di sintesi». Nell'ora scarsa di trasmissione, lo staff giornalistico diretto da De Martino deve compendiare il lavoro di almeno 150 persone fra operatori e tecnici e ridurre migliaia di chilometri di pellicola: la redazione, praticamente, è impegnata per l'intera settimana mentre Frajese farà «il pendolare televisivo» dividendosi fra Roma e Milano, dove si trasferirà ogni giovedì. Alla domenica pomeriggio seguirà sui teleschermi due partite e ascolterà le trasmissioni radio: poi la diretta nella quale si sente più a suo agio. «Il pubblico — dice — vuole meno chiacchiere e più filmati ed io personalmente cercherò di agire da giornalista e non da presentatore, anche se c'è il rischio di trasformarsi in semplice speaker. Non avremo più la trasmissione sul personaggio della settimana ma si continuerà a votare per l'atleta della domenica. La moviola resta con un tempo elastico: se sarà necessario verrà ridotta. ! filmati, grazie ad un nuovo processo di sviluppo delle pellicole, dovrebbero essere migliori, più chiari. Per l'esordio il calcio avrà qualche minuto in meno in quanto abbiamo in programma una "diretta" dagli Stati Uniti per l'automobilismo». Conclude con una battuta simpatica: «E' una trasmissione questa — dice — che va avanti da sola purché non venga intralciata dal conduttore».

1 commenti:

Anonimo ha detto...

le domeniche sportive consecutive di pigna furono 4 anni

NOTA

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