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giovedì 20 settembre 2012

Da StadioTardini.com

Approfittiamo di questo spazio per pubblicare un breve scritto che Tonino Raffa ha inviato a Gabriele Majo, direttore di www.stadiotardini.com per ricordare Pino Colombi, il primo radiocronista sportivo a raccontare il Parma in diretta. Si erano conosciuti nelle trasferte europee dei gialloblù nei tempi d'oro e mantenuto nel tempo una sana amicizia che descrive in queste righe..

L’ex radiocronista di Radio Rai ha inviato a stadiotardini.com un ricordo dell’amico e collega di tante avventure in Europa al seguito dei crociati: “Ma non posso scordare altresì le infinite volte in cui arrivavo a Parma per le mie radiocronache e trovavo sempre lui a ricevermi alla stazione, in aeroporto, in albergo. Pronto poi ad accompagnarmi al Tardini e a portami a cena dopo la partita…” 

Caro Gabriele, viviamo di notizie, è vero. Sono l'essenza della nostra professione. Ma ci sono notizie che non vorremmo sentire mai: ti lasciano incredulo e senza fiato. E ti cambiano la vita in un attimo. Appartiene a questa categoria l'annuncio della morte di Pino Colombi, che mi ha colto in una serata di fine estate al Circolo del Tennis di Reggio Calabria. Sembrava una serata come tante altre: un gelato al bar, una passeggiata tra i campi in mezzo al verde e due chiacchiere con i miei ex compagni di classe. Invece non lo era affatto. Il tuo sms è stato come una lama che mi ha trafitto il cuore. La famiglia Colombi ha perso un padre ed un marito esemplare. Ma noi ci sentiamo orfani in egual misura: non abbiamo più un amico ed un collega di straordinario valore sul piano umano e su quello professionale. Continua la lettura all’interno Mi vengono in mente tutte le trasferte degli ultimi venti anni in mezza Europa al seguito del Parma, con amici impagabili come Te, come Corrado Marvasi, Giorgio Oppici, Benvenuto Ondini, Rossano Cavalieri e tutti gli altri soci del benemerito circolo "Aquila Longhi". Ma non posso scordare altresì le infinite volte in cui arrivavo a Parma per le mie radiocronache e trovavo sempre lui a ricevermi alla stazione, in aeroporto, in albergo. Pronto poi ad accompagnarmi al Tardini e a portami a cena dopo la partita. Un uomo mai fuori dalle righe: affettuoso, gioviale ed allo stesso tempo sobrio e sensibile. Uno di quei colleghi che dopo un giorno ti sembra di conoscere da un anno. E dopo un anno hai la sensazione di frequentare da una vita. Questo era Pino Colombi. Una persona che sotto l'aspetto professionale ho trovato sempre – piacevolmente – in controtendenza. E mi spiego: lavorando nell'emittenza privata avrebbe potuto collocarsi comodamente nella schiera detestabile dei "giornalisti-tifosi". Lui, pur essendo di Parma ed amando il Parma, aveva sposato invece la linea dell'equilibrio e dell'imparzialità. I suoi servizi radiofonici erano un esempio di sintesi, di chiarezza, di stile, di competenza e – soprattutto – di onestà. Non è poco con i tempi che corrono. Aveva dentro di lui la voglia di mettersi sempre in discussione, di cominciare ognuna delle sue giornate all'insegna del piacere di svolgere questo lavoro, con la passione di un ragazzo di venti anni. E mentre piango anche io la sua scomparsa, ricordando queste sue qualità, mi viene facile un accostamento con il famoso discorso che il generale americano Douglas Mac Arthur rivolse ai cadetti dell'Accademia di West Point il 2 settembre del 1945 sulla corazzata Missouri, dopo la capitolazione del Giappone. Quell'intervento conteneva quella che ancora oggi è la più bella definizione del concetto di gioventù: "...Essa – disse dal ponte di comando della nave – non è un periodo della vita, ma è uno stato dello spirito, un effetto della volontà, una qualità dell'immaginazione, un'intensità emotiva. Non si diventa vecchi per aver vissuto un certo numero di anni, ma si invecchia solo quando abbandoniamo i nostri ideali". cco, penso che Pino Colombi con il suo entusiasmo e la sua proverbiale trasparenza morale, abbia sempre creduto negl'ideali più nobili, incarnando alla perfezione la filosofia del generale Mac Arthur e contagiando tutti noi. obbiamo essergli grati in eterno, mentre ancora oggi ci asciughiamo le lacrime.

Tonino Raffa

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