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sabato 23 luglio 2011

GIULIO DELFINO a F1Passion.it : "Meglio un Mondiale della Ferrari che una finale di Champions"

Vi segnaliamo questa bellissima intervista a Giulio Delfino realizzata dal portale F1PASSION.IT, in cui la nostra voce della Formula 1 si racconta nel campo motoristico, in 15 anni di grandi cronache. La condividiamo con tutti voi.

Professione radiocronista: chi è stato il suo vero mentore ?

Mario Giobbe e’ stato il primo a credere in me. Sandro Ciotti il maestro che ho seguito attentamente.

Cosa ha provato alla sua prima radiocronaca di un gran premio ?

Melbourne 1997. Appena entrato al centro accrediti ho subito capito che entravo in un mondo esclusivo. Il rumore dei bolidi mentre camminavo sul ponticello di legno che mi portava ai paddock ha fatto il resto…

Cosa significa raccontare un evento sportivo a chi non lo può vedere ?

Significa dover trasmettere le stesse emozioni che mancano agli occhi di chi ascolta.
E’ una cosa tanto difficile quanto affascinante.

Una sintesi telegrafica di come ricorda alcune delle 14 stagioni di F1 vissute da cronista ?

Questa e’ la quindicesima. La cosa incredibile e’ che ogni stagione ha la sua storia, i suoi drammi, le sue emozioni e alla fine ogni anno e’ diverso dall’altro. Essere arrivato in F1 con l’inizio dell’era Schumacher in Ferrari lo ritengo un gran colpo di fortuna per me che ho potuto vivere e raccontare pagine di storia indelebili. Dalla beffa del 97 a quella del 2010, e’ successo davvero di tutto.

Il GP o l’evento che è stato più toccante ?

In realta’ il primo GP che ho seguito, seppur in modo marginale, e’ stato quello tragico di Imola, nel 94. Al rientro da Bergamo, dove mi trovavo per “tutto il calcio minuto per minuto”, mi dirottarono all’Ospedale di Bologna per seguire la maledetta serata in cui ci lascio’ il piu’ grande di sempre, Ayrton Senna.
Se parliamo di “toccante” non inserisco le vittorie ma i drammi, le paure, le delusioni. L’incidente di Schumi nel 99, quello di Massa nel 2009, le polemiche per la manovra di Schumi su Villeneuve nel 97, il suicidio Ferrari dell’anno scorso ad Abu Dhabi.
Lo sport e’ fatto di vittorie e sconfitte, per me non esiste la via di mezzo. E spesso, le pagine piu’ toccanti vengono scritte dai drammi e dalle sconfitte.

Tra i tanti sport di cui si occupa, qual è quello professionalmente più stimolante? E dal punto di vista personale ?

Dipende sempre dall’evento che racconti. A volte puo’ essere piu’ stimolnte raccontare uno splendido 0-0 di una partita di calcio piuttosto che un GP dove non accade nulla di nulla. Pero’ se dovessi scegliere tra una finale di Champions e una gara decisiva per un mondiale di F1 in cui la Ferrari lotta per il titolo, alla vigilia sceglierei quest’ultima. Senza alcun dubbio, anche se dovessi sapere in anticipo che finira’ male, come ad Abu Dhabi 2010.

Escludendo i gran premi di cui si è occupato in questi 14 anni, quale rimpiange di non aver potuto raccontare agli ascoltatori in prima persona?

In alcune stagioni ho lasciato ad un collega qualche GP perche’ avevo bisogno di tirare un po’ il fiato e volevo stare di piu’ a casa per la nascita della mia prima figlia. In questi anni di F1 ho coltivato un’amicizia particolare con Giancarlo Fisichella e il mio grande rimpianto e’ stato quello di non essere presente a nessuna delle sue 3 vittorie ottenute in carriera. Sono capitate sempre quando ero in ferie !

Secondo lei perchè molte persone preferiscono guardare i GP alla televisione con audio zero, ascoltando il suo commento alla radio ?

Sinceramente non credo che ce ne siano tante. Sara’ qualche centinaio a fronte di parecchi milioni. Preferisco concentrarmi su tutti quelli che sono in macchina e non possono vedere la tv. E’ a loro che penso mentre racconto la gara. Cerco di farli entrare in pista e probabilmente, grazie agli effetti delle monoposto che “urlano” e ai dialoghi via radio tra piloti e box, l’operazione riesce abbastanza bene, da quello che mi dicono gli amici e anche i colleghi che ogni tanto mi ascoltano. Dopo il GP di Valencia mi sono arrivati i complimenti via sms di un pezzo grosso del marketing Ferrari che non era potuto venire in Spagna ed aveva ascoltato tutta la gara in macchina. “era come se fossi sul muretto assieme a Domenicali” mi ha scritto. E’ stato molto gratificante.

In che modo i cambiamenti profondi nella filosofia regolamentare della Formula 1 hanno cambiato il suo modo di raccontare un Gran Premio?

Nessun cambiamento particolare. Pero’ ha aumentato le complicazioni per cercare di spiegare alla gente comune, in due parole, il nocciolo del problema, tipo quello recentissimo sugli “scarichi soffiati”. Sinceramente ne farei volentieri a meno, e credo di non essere il solo.

L’ultimo GP 2010, cosa ha letto dietro la mancata vittoria del mondiale della Ferrari di Alonso ?

Ho letto che nello sport, cosi come in tutte le cose della vita, la fortuna e’ determinante.
E’ come quando un artificiere deve decidere tra il bianco e il rosso per disinnescare un ordigno. Ad Abu Dhabi l’artificiere di Maranello ha sbagliato ed e’ saltato in aria tutto. In un attimo si e’ passati dalla vittoria piu’ pazzesca di sempre alla sconfitta piu’ bruciante di tutti i tempi.

Nel ribaltamento dei valori emerso a Silverstone, in quale percentuale sono ascrivibili la questione degli scarichi da una parte, e gli effettivi miglioramenti dall’altra?

Lo sapremo soltanto in Germania, pioggia permettendo…

All’ultimo GP di Gran Bretagna 2011 cosa ha percepito dai suoi colleghi stranieri per la vittoria di Maranello ?

Per gli inglesi e’ stata una bella legnata. Come se l’Italia avesse vinto a Wembley 0-3. Pero’ in testa al mondiale ci sono ancora loro.

Alonso ha promesso che dal GP di Germania in avanti vuol tentare di vincere tutto: provocazione o consapevolezza del mezzo ?

Alonso non parla mai a sproposito. Oltre a essere veloce e’ anche molto intelligente. Un “animale” del volante che ho avuto modo di conoscere quando Fisichella era in Renault. Difende il suo territorio come uno squalo e se qualcuno prova a mettergli il bastone tra le ruote, lo sbrana. Idem in pista, ovviamente. La sua difesa su Schumi in un GP di Imola dove la Ferrari era 2 secondi al giro piu’ veloce della Renault, fu una prova di forza pazzesca.

Nelle ultime stagioni la Ferrari è partita con un certo svantaggio tecnico, recuperato solo (e parzialmente) a stagione in corso. Cosa è mancato a Maranello per partire almeno alla pari con i maggiori rivali fin dall’inizio?

A quanto pare era tarata male la galleria del vento. Un vero peccato perche’ avremmo assistito ad una sfida tra Alonso e Vettel stratosferica. Ci tocchera’ attendere un’altra stagione.

Il personaggio più provocatorio del Circus ?

Flavio Briatore, senza dubbio. Manca a tutti anche se l’episodio di Singapore e’ da censura.

Il pilota che ha nella memoria e nel cuore ?

Fisico, forever! (Giancarlo Fisichella, ndr). Pilota velocissimo che in F1 ha dato la paga a tutti i suoi compagni di squadra (tra cui Schumacher jr, Button e Massa) tranne uno (Alonso). Aveva una dote che pochissimi piloti di oggi hanno: l’umilta’. Ha avuto solo la sfortuna di trovarsi sulla monoposto vincente in un team che aveva gia’ deciso su chi puntare. Era nella stessa situazione in cui si trovava Webber l’anno scorso. Con la differenza che Vettel sbagliava tantissimo, Alonso in Renault quasi mai. Ogni volta che Fisico andava piu’ forte di Alonso, Briatore in qualche modo gli tarpava le ali per proteggere il suo cavallo. Nulla accadeva per caso in Reanult, e i fatti di Singapore lo hanno dimostrato. Alonso avrebbe vinto lo stesso quel titolo, ma ad armi pari Fisico gli avrebbe dato filo da torcere fino all’ultimo.

Di seguito, il Link originale

http://www.f1passion.it/2011/07/f1-giulio-delfino-trasmettere-le-stesse-emozioni-che-mancano-agli-occhi-di-chi-ascolta/

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