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mercoledì 8 giugno 2011

Il punto sulla Lega Pro 72

di Daniele Mosconi

Se qualcuno si aspettava una risposta dopo tutto il fango piovuto
sulla Lega Pro in questi giorni, è stato accontentato alla grande. Il
sistema ha risposto in maniera univoca, non dando adito a
interpretazioni. La Lega Pro, pur con tutti i problemi che ha, è viva e tiene dritta la barra.
Si giocavano le semifinali di ritorno e le partite di play out che
avrebbero condannato 4 squadre alla retrocessione in Seconda
Divisione. Di carne al fuoco ce ne era tantissima.

Prima divisione Girone A
Protagonisti assoluti in questa prima domenica con il calcio scommesse
che aleggiava su tutti, sono stati tutti i giocatori che hanno dato
vita ad incontri spettacolari, rendendo avvincenti partite che, vista
l'alta posta in palio, correvano il rischio di essere giocate in
maniera speculare con la paura che l'avrebbe fatta da padrona. Niente
di tutto ciò è accaduto, anzi le squadre non hanno lesinato impegno e
il pubblico che ha deciso di assiepare gli spalti dei vari campi può
ritenersi molto soddisfatto.
Al "Moccagatta", gremito come non mai in ogni ordine di posto,
l'Alessandria dopo il bel pareggio, in 9 contro 11, di Salerno, era
con un piede e mezzo in finale. Giocare per due risultati su tre ha il
suo vantaggio, ma può anche essere un'arma a doppio taglio. La
Salernitana, seguito da circa 2000 splendidi tifosi, non aveva altra
chance che la vittoria. Vincere per le due contendenti, avrebbe
significato dare un senso al proprio futuro, altrimenti le cose si
sarebbero messe ancora peggio di quanto già non lo siano.
Dopo un primo tempo in cui i grigi facevano la partita con la
Salernitana che rintuzzava e cercava di pungere, con un ritmo di gara
molto elevato, a dimostrazione che nessuna delle due voleva speculare
su niente, la ripresa vedeva Martini portare in vantaggio
l'Alessandria. Il gol metteva la partita su un piano tutto favorevole
alla squadra di Sarri. Breda a questo punto si giocava la carta
Carrus. Il fantasista sardo, tenuto precauzionalmente in panchina per
via di un problema all'alluce, entrava in campo e spaccava la partita
in due. Dopo il pareggio per un rigore (dubbio) la Salernitana sentiva
odore di colpaccio e non si tirava indietro, così permetteva al
"piccolo tamburino sardo" di elevarsi in campo e con un pregevole tiro
faceva esplodere di gioia i tifosi arrivati sin su in Piemonte,
siglando la sua personale doppietta. Adesso la partita era
completamente capovolta, l'Alessandria, in 10 per l'espulsione di
Romeo per un ingenuo fallo su Fabinho (molto sprecone l'attaccante, ma
può migliorare moltissimo) cercava di riprendere le redini della
partita, con una bella conclusione di Artico. I minuti passavano e le
energie per i grigi venivano a mancare. La Salernitana, con Fabinho
andava a nozze negli spazi lasciati vuoti dalla squadra di Sarri. Così
succedeva che la ciliegina sulla torta della qualificazione in finale
play off la mettesse proprio l'attaccante di proprietà dell'Udinese.
3-1 per la Salernitana il risultato finale.
Grande prestazione della squadra di Breda a dimostrazione che un
animale ferito è ancora più pericoloso di quando è sano. Il gol di
Martini ha permesso alla Salernitana di uscire fuori dal suo guscio di
paure e adesso in finale se la vedrà con il Verona.
Per l'Alessandria comunque è un anno da incorniciare. Ci auguriamo che
la società possa sopravvivere alle tante turbolenze che l'hanno
accompagnata in questa splendida stagione. Le notizie che arrivano dal
Piemonte non sono positive, ma se c'è la volontà di salvare questa
gloriosa società allora yes we can, parafrasando lo slogan di Obama.
L'altra partita ha visto il Verona arrivare in finale. Per il secondo
anno di seguito i veneti arrivano in finale. I tifosi scaligeri si
augurano che questo sia l'anno buono per il ritorno tra i cadetti.
Categoria, la serie B, che comunque rimane molto stretta ad una
tifoseria calda e passionale come quella dell'Hellas.
A Sorrento, sul campo in sintetico che ha fatto le fortune della
squadra di Simonelli, i rossoneri passano in vantaggio con De Giosa
(dormita della difesa). Mancava una rete per arrivare in finale. Dopo
qualche minuto di normale sbandatura, i veneti colpivano sul finire
del tempo con Berrettoni, agile a buttare dentro la palla dell'1-1 che
mandava in delirio i tanti tifosi scaligeri arrivati fino a Sorrento.
La delusione inizia a serpeggiare nell'ambiente sorrentino e
nonostante una ripresa in cattedra sono i veneti ad andare in finale,
anzi sprecando più di una volta l'occasione per vincere la partita.
Il Sorrento dovrà ripartire ancora più di slancio, sapendo che dopo la
stagione memorabile vissuta con loro, Paulinho partirà per altri lidi.
Bonvissuto non ha dato quell'apporto sperato dalla dirigenza rossonera
e se si troverà un accordo per rinnovare il prestito, l'attaccante può
essere il valore aggiunto per una nuova stagione da autentici
protagonisti.

I play out vedevano il Pergocrema vincere 1-0 (Galli alla mezz'ora del
primo tempo) contro i cugini del Monza, condannandoli alla
retrocessione in Seconda Divisione. Maurizi si toglie una enorme
soddisfazione dopo la negativa esperienza della scorsa stagione in
quel di Cava. Bucci, acclamato dalla folla festante, adesso se la
sentirà di lasciare ancora il Pergocrema? Per i brianzoli non è
bastato l'arrivo di Motta che ha dato alla squadra quella scossa per
raggiungere i play out. Molti gli errori commessi dalla dirigenza
monzese e se avranno l'umiltà di ripartire da zero, allora il ritorno
in Prima non è così lontano.
A Ravenna si è vissuto uno psicodramma degno di Jung. I giallorossi
contro il Sudtirol, quando si era al 94° erano sull'1-1. Al gol di
Sabato per i padroni di casa, aveva risposto il gol di Albanese. Tutto
ormai faceva presagire un mesto addio alla Prima Divisione per i
romagnoli.
In loro soccorso andava il portiere ospite Zomer, che non trovava di
meglio, al 95° di mettere a terra Lapadula, facendosi espellere e
consentendo a Chianese di trovarsi di fronte il centrocampista
Scavone. Troppo facile per l'esperto bomber metterla dentro e
condannare i biancorossi alla retrocessione in Seconda Divisione dopo
una sola annata in Prima.


Prima divisione Girone B
Protagonista in questo girone è stata la cosidetta "zona Cesarini".
Negli istanti finali si sono vissute le emozioni più belle ed intense
che solo uno sport come il calcio ci sa regalare. Tutto sembrava
deciso, ma la dea fortuna ha voltato le spalle a chi già si sentiva
vincitore.
Partiamo proprio da Roma, dove l'Atletico Roma raggiunge la finale
play off per il rotto della cuffia. Padella, difensore poco propenso a
spingersi in avanti, trova il piattone destro che condanna il Taranto
ad un altro anno di Lega Pro. Il volto dei giocatori rossoblù al gol
del 2-3 dell'Atletico Roma parla più di mille parole.
Taranto che era arrivato a Roma con l'obiettivo di vincere con almeno
2 gol di scarto per arrivare in finale, dopo che allo "Jacovone" aveva
perso per 1-0.
Seguiti da più di 4000 tifosi, i pugliesi davano alla gara quel ritmo
incessante che sapevano poteva essere la loro arma migliore. Prosperi
con un bel tiro portava in vantaggio il Taranto. La partita si metteva
in discesa per i pugliesi, con Girardi che mancava il colpo del ko già
nel primo tempo. Appuntamento solo rinviato, quando nella ripresa,
dagli sviluppi di un calcio piazzato, Di Deo la metteva dentro e
faceva esplodere di gioia la muraglia pugliese (il colpo d'occhio era
impressionante). Adesso il Taranto è in finale. Chiappara gioca la
carta Mazzeo e gli dice molto bene. Cross dalla sinistra, un difensore
pugliese manca la palla e l'attaccante appostato dietro di lui, fa
secco Bremec. Situazione capovolta. Atletico Roma in finale e Taranto
all'inferno. Dionigi però non ci stava, giocandosi Guazzo e la
risposta della punta in maglia bianca (per evitare problemi cromatici
al direttore di gara) era di quelle da vero campione. Zampata a cinque
dalla fine. Taranto nuovamente in finale e per l'Atletico Roma non
restavano che pochi dannati minuti per strappare il vessillo della
finale dai pugliesi. La cosa gli riusciva in maniera clamorosa al 90°,
proprio con Padella.
Dispiace per il Taranto, soprattutto dispiace per una tifoseria
innamorata come poche dei propri beniamini. Facile amare una squadra
che vince, amare una squadra che nella tua vita di soddisfazioni e di
trofei non ne vincerà merita solo il massimo rispetto. L'Atletico Roma
non ha rubato nulla e ha dato prova di massima compattezza anche
quando ormai tutto sembrava finito. Chiappara ha sempre tenuto la
calma anche quando le cose sembravano compromesse.
Ad affrontare la formazione capitolina ci sarà la Juve Stabia. Le
vespe escono indenni dal "Vigorito" (ex "Santa Colomba") dopo una
prestazione eccellente sotto tutti i punti di vista. Il Benevento ce
l'ha messa tutta e Bueno ha avuto, proprio allo scadere dei 5 di
recupero, la palla che poteva mandarli in finale. Un brivido
ghiacciato ha percorso la schiena dei circa 2000 supporters delle
vespe. Per i sanniti è l'ennesima delusione nei play off. Ogni anno
partono con i favori del pronostico e ogni anno si ritrovano con un
pugno di mosche in mano. Evacuo illude la tifoseria giallorossa,
insaccando da vero attaccante di razza un cross di Pedrelli, davvero
ben calibrato.
La Juve Stabia non si disuniva e nella ripresa trovava la rete del
pareggio dal dischetto con Tarantino. Da segnalare le occasioni
sprecate, sullo 0-0 da Corona, a tu per tu con Baican, sull'1-1 da
Ciotola, che invece di servire Tarantino solissimo, si impappina
davanti al portiere di casa.
Il presidentissimo Vigorito ha rilasciato dichiarazioni molto nette,
parlando di un addio al Benevento. Le sue sono le parole di un uomo
distrutto dopo 5 anni in cui ha dato tanto, soprattutto dal punto di
vista economico, ricevendo in cambio poco. La sua delusione è più che
comprensibile, però attendiamo che lo stato d'animo si raffreddi e si
punti fin da ora su Galderisi. L'allenatore nonostante una squadra
costruita da altri, ha dato al Benevento quel marchio inconfondibile
che potrebbe portarli la prossima stagione in B fin da subito.
I play out hanno visto festeggiare le formichine Foligno e Viareggio.
Cosenza e Ternana sono condannate alla retrocessione in Seconda
Divisione. Fa specie vedere squadre come quella calabrese e quella
umbra, giocare nell'inferno della Seconda Divisione.
Le fere concludono nel peggiore dei modi la loro disgraziata stagione,
costellata dal grave problema che ha contraddistinto la loro stagione:
il gol.
Già in quel di Foligno i rossoverdi avevano avuto moltissime occasioni
per pareggiare la partita, ma le punte non hanno saputo far altro che
sprecare di tutto e di più.
La retrocessione è figlia di parecchi errori gestionali che una
dirigenza troppo impegnata a litigare non ha saputo risolvere a
dovere. Il Foligno si salva con un gol di La Mantia al 95°. La
salvezza i falchetti se la sono conquistata senza mai mollare e
credendoci fino all'ultimo.
Il gol di Pizza consente al Viareggio di espugnare il "San Vito"
condannando i silani alla retrocessione in Seconda Divisione. In 90
minuti i rossoblù non sono riusciti a cavare un ragno dal buco e
adesso sarà veramente durissima per loro ripartire da zero.
Smantellare tutto e affidarsi ai giovani, oppure costruire un progetto
per la risalita immediata in Prima? Noi propendiamo per la prima
ipotesi, meglio non commettere gli errori del passato. Scienza si è
costruito una carriera, finora molto breve, molto positiva. Dopo la
splendida stagione in quel di Legnano, l'allenatore ha portato il
Viareggio alla salvezza nonostante tutti li davano già per spacciati
fin dall'inizio della stagione alla retrocessione. L'arrivo di Bocalon
è stato quel valore aggiunto che gli ha consentito, con i suoi gol
pesanti, vedi la tripletta al Cosenza nel match di andata, di
salvarsi.

Seconda Divisione
Qui si giocavano le finali di andata dei play off, con due derby, uno
lombardo e uno toscano, a farla da padroni.
In quel di Busto, i tigrotti di Novelli sfidavano la Feralpi Salò.
Partita vibrante e ricca di emozioni, con la squadra di casa che dopo
aver segnato con Benedetti (decisiva però la deviazione di Bracaletti)
si faceva raggiungere da un gol dello stesso giocatore bresciano.
Nella ripresa Serafini aveva dal dischetto l'opportunità per dare alla
Pro Patria il punto del 2-1 che li avrebbe portato a giocare con
minore pressione in quel di Salò domenica prossima. L'attaccante,
autentico mattatore nell'incontro contro la Pro Vercelli, calciava
male il rigore e la palla batteva sulla traversa. Una vera beffa per
lui e per tutti i tifosi che hanno assiepato orgogliosamente lo
"Speroni". Adesso Novelli dovrà spremere ogni goccia di determinazione
dai suoi se vuole che questa squadra, abbandonata da tutti, esclusi i
tifosi, possa coronare un sogno chiamato Promozione.

A Prato i lanieri affrontavano la Carrarese. Ancora una volta i cugini
sono indigesti per la formazione di Monaco (sconfitti contro di loro
in 2 sfide su 3, tra campionato e play off). Decide l'incontro
un'autorete di Benassi, che per anticipare gli attaccanti di casa la
mette dentro la sua porta. La Carrarese sta giocando i play off nella
maniera peggiore. Già dalla partita di San Marino avevamo notato una
involuzione nel gioco dei gialloblù. La sconfitta interna contro i
titani ha amplificato la cosa e se non fosse stato per Merini, a
quest'ora staremmo parlando del fallimento del progetto apuano. Ci
vuole tutt'altra Carrarese per vincere contro la squadra di Bellini.
Rientrerà Gaeta e questo può essere molto importante in una sfida che
si deciderà molto probabilmente per un episodio.

Al "Partenio" dinanzi a quasi 8000 spettatori, l'Avellino vince il
primo round contro il Trapani, mettendo addosso alla squadra di
Boscaglia una pressione non indifferente.
Gioca bene la squadra ospite, non commettendo l'errore della gara di
campionato (persa 4-0), creando i presupposti per il vantaggio in un
paio di circostanze con Gambino. L'Avellino risponde colpo su colpo e
con Millesi trova un bel sinistro che batte Castelli. Gli ospiti,
seguiti in Irpinia da circa 500 tifosi, non si perdono d'animo, così
nella ripresa tornano a tessere la loro tela che li porta a pareggiare
per un ingenuo fallo di Nocerino su Perrone. Dal dischetto il capitano
dei siciliani Filippi realizza la rete dell'1-1.
L'Avellino non si perde d'animo e torna a segnare con Acoglanis che
sfrutta una ribattuta del portiere ospite. Discorso apertissimo anche
in questa sfida, con i siciliani che tra le mura amiche quest'anno
hanno concesso davvero poco. Può essere il fattore decisivo in una
grande sfida.

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