L'Italia Under 21 di Casiraghi è caduta rovinosamente a Borisov, incapace di governare il 2-0 maturato a Rieti nell'andata del playoff. Niente Europei in Danimarca, niente Olimpiadi a Londra. Il punto più basso del calcio azzurrino, che ormai vede lontani, troppo lontani, i tempi in cui faceva la parte del leone nel nostro continente, con le epopee di Cesare Maldini, Marco Tardelli e Claudio Gentile. Una caduta clamorosa vissuta in un pomeriggio e in una radiocronaca che chi avrà ascoltato in diretta, non potrà facilmente scordare. Giuseppe Bisantis si può dire che è l'unico azzurrino che avrebbe meritato la Danimarca e Londra. Un racconto eroico, un vero baluardo, un vero combattente indomito. Freddo, gelo, pioggia, cabina di commento improvvisata, visibilità scarsa, collegamenti che crollano, l'Italia che le busca. Lui, Beppe Bisantis da Catanzaro, c'è, fino alla fine. La situazione peggiora di minuto in minuto, il collegamento normale crolla ai tempi supplementari e il cronista è costretto ad alzarsi e intuire quel che si vede, attraverso un racconto via cellulare. Arrivava anche il 3-0 tagliagambe e dei supplementari che a livello radiofonico hanno avuto quel tipico retrogusto epico, antico. E alla lista di elementi contrari, ecco anche i tifosi bielorussi che ci deridono. Bisantis ci regala 30 minuti di radiocronaca assolutamente sublime, in mezzo a mille difficoltà. 30 minuti di vera apnea sportiva in cui l'ascoltatore rimane appiccicato alla radiolina a quella voce così calda e coinvolta nel clima da tregenda pierluigicasiraghiana. Avrebbe meritato di raccontare il suggello di un gol-qualificazione, che però evidentemente erano i nostri protagonisti in campo a non meritarsi. Sono anche questi i momenti in cui un radiocronista come si deve fa vedere di che pasta è fatto. Bravissimo Bisantis, che si è ripetutamente scusato per i problemi tecnici. Ma in realtà, a dover chiedere scusa di questa giornata nera per il calcio azzurrino, devono essere altri.
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